Filosofo inglese. Laureatosi all'università di
Oxford, dal 1952 vi insegnò Filosofia morale. Importante è il suo
contributo allo studio del linguaggio: partendo dalla filosofia del linguaggio
ordinario,
A. ha sviluppato una precisa tecnica di analisi delle lingue
naturali e del linguaggio comune. Notevole è la sua ricerca sulla potenza
illocutoria dell'atto linguistico, cioè sulla proprietà del
linguaggio di dar luogo a
enunciati esecutivi, ovvero a enunciati quali
quelli introdotti da verbi come dichiarare, promettere, ammonire, ecc. che non
sono la descrizione di un atto, ma la sua esecuzione. I risultati di questa
ricerca lo portarono a suddividere l'atto linguistico in:
atto locutorio
(il semplice proferire un enunciato dotato di senso),
atto illocutorio
(atto compiuto dal parlante nell'esecuzione di un atto locutorio in cui figurano
i verbi ordinare, domandare, dichiarare, promettere ecc.),
atto
perlocutorio (effetto che il parlante produce tramite la formulazione di un
atto illocutorio). Le sue opere principali, tutte pubblicate postume, sono:
Scritti filosofici (1961),
Quando dire è fare (1962, in cui
è espressa la teoria delle forze illocutorie dell'atto linguistico),
Senso e sensibilità (1962) (1911 - Oxford 1960).